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Piante officinali
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Valeriana officinalis L.

valeriana

Valeriana officinalis L.

Valeriana officinale, Valeriana comune, Erba gatta.

Descrizione: Pianta erbacea perenne, con corto rizoma ovoidale di colore giallo-bruno e stoloni laterali, fusti eretti, glabri, cilindrici percorsi da solchi, semplici. Altezza 30-150 cm.
Le foglie basali sono picciolate, pelose lungo le nervature nella pagine inferiore, imparipennate composte di foglioline lanceolate e talvolta dentate. La fogliolina terminale più grande di quelle laterali. Le foglie del caule sono opposte, con denti allungati e acuti, segmento apicale simile o più sretto dei laterali, le inferiori picciolate, le superiori sessili e meno divise di quelle radicali.
I fiori leggermente profumati , ermafroditi, asimmetrici, sono riuniti in densi corimbi. Il calice è diviso in 5 denti, la corolla è rosa più raramente bianca, in forma d’imbuto divisa in 5 punte ineguali. Gli stami sono 3, il pistillo ha un ovario diviso in 3 alveoli.
I frutti sono acheni avviluppati al calice disseccato: striati e provvisti di setole piumose.

Antesi: Maggio – Luglio, l'impollinazione è entomogama .

Tipo corologico:Distribuzione in Italia: Presente in tutta la penisola, assente in Sicilia e Sardegna.

Habitat: Prati umidi, cespugli, margini dei fiumi, dalla pianura alla montagna sino a 1.400 m.

Etimologia: Il nome generico che è quello della famiglia deriva dal latino “valere” = “star bene, vigoroso, sano”, il nome specifico fa riferimento all’uso della pianta. Il nome popolare “Erba gatta”, proviene dal fatto che la pianta fresca esercita un'attrazione “stupefacente” sui gatti.

Proprietà - utilizzi - curiosità: Erba amara, con aroma muschiato, le parti ipogee vengono raccolte per le proprietà ipotensive, sedative, diuretiche, antispasmodiche e antinevralgiche.
L'uso della Valeriana come ipnoinducente è antico, è stato descritto già nel IV secolo a.C., da Ippocrate, padre della medicina moderna, nel II secolo Galeno la prescriveva per l’insonnia. Nel XVI secolo, era usata per curare nervosismo, tremori, emicranie e palpitazioni cardiache. A metà del XIX secolo, era considerata uno stimolante che provocava alcuni dei sintomi che avrebbe dovuto curare ed era quindi generalmente poco utilizzata come erba medicinale. Durante la seconda guerra mondiale, fu usata in Inghilterra per alleviare lo stress conseguente i raid aerei ed ebbe molto successo nella cura della psicosi traumatica.
Tra i principi attivi più importanti contenuti nella pianta vi sono l'acido valerianico e il borneolo.
E’ presente nelle farmacopee di numerosissimi paesi dove è in commercio sia in preparazioni farmaceutiche che erboristiche. Viene utilizzata come infuso, tintura, capsule, compresse.
Per uso interno in caso di insonnia, isteria, ansia, crampi, emicrania, digestione difficile per cause nervose, ipertensione, mestruazioni dolorose.
Per uso esterno in caso di eczema, ulcere e piccole lesioni.
Attenzione: l'assunzione di Valeriana può produrre una lieve riduzione dell'attenzione e della concentrazione e in eccesso provoca palpitazioni, mal di testa e torpore mentre l’uso prolungato può dare assuefazione.
L’olio è impiegato nella produzione di profumi muschiati.
Gli estratti possono essere utilizzati per aromatizzare gelati, prodotti da forno, bevande alcoliche, bibite; utilizzati anche come esca nelle trappole per roditori e gatti selvatici.